GIUSEPPE CARLO MARINO, "FB - giugno 2017"

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"MARAMAO" ALLA SINISTRA. LA BEFFA DI PALERMO
E' accaduto che la Sinistra (intorno al suo asse storico) sia riuscita a conseguire un rilevante successo elettorale a sostegno della vittoriosa candidatura a sindaco di Leoluca Orlando. Ebbene, ne è stata ripagata con l'esclusione dalla Giunta comunale.E' chiara adesso la lezione? Se la SINISTRA NON FA LA SINISTRA e si dissolve in quella poltiglia trasformistica detta "centro-sinistra", il suo destino è passare da una delusione ad un'altra, sicché è inevitabile che la sua forza venga consegnata al "partito del non-voto" o all'isteria protestataria dei populismi.


DA ROTTAMATORE A "ROTTAMATO"? Ben sappiamo chi è. Sic transeat gloria mundi!
P.S. Non servono nuovi leader, servono nuovi "soggetti collettivi" del cambiamento: E il "cambiamento progressivo" è sempre di SINISTRA.


L’INUTILITA’ DELLO SCRIVERE E DEL PUBBLICARE NUOVI LIBRI
(UNA NOTERELLA IN MEMORIA DI LEONARDO SCIASCIA DI CUI POCHISSIMI SI ACCORGERANNO)
Un affabile amico, persona d’età, mi ha chiesto “a che cosa stai lavorando?” così stimandomi per un certo lavoro svolto in passato e volendo informarsi adesso sul mio prossimo libro. L’avrei deluso se gli avessi risposto seccamente “A niente!”, così denunziando di me stesso non una qualche subentrata pigrizia ma un’amara ubbidienza alla saggezza impostami dal sentire del tempo. Di conseguenza, mi è parso gentile rispondergli, accennando ad un saggio sulla rivoluzione che stiamo vivendo, essendomene io di tale rivoluzione già accorto precocemente e avendone segnalato le origini (nel libro Eclissi del principe e crisi della storia, edito da Franco Angeli) mentre si stava appena spegnendo il secolo scorso. Non ho mentito perché mi sto davvero misurando, come ho detto e in forma scritta, sui perché dell’odierna “crisi di civiltà” sui processi in corso che, mi sembra, stanno costituendo una specie di “totalitarismo senza confini”; ma mi dispiace di avergli fornito un’indicazione errata circa la destinazione pubblica del lavoro al quale sono dedito, perché è quasi certo che non ne sortirà un libro vero e proprio. Di quelli che si pubblicano e talvolta vanno in libreria intendo dire. Lo si troverà, presumo, soltanto on-line, per pochi curiosi che, previa opportuna informazione, riusciranno a “pescarlo” nel web e forse vorranno leggerlo. Non mi spetta altra sorte. Infatti, gli editori di libri stampati, se non sono dei modesti e ingenui stampatori di provincia (spesso caricando le spese su altrettanto ingenui autori vogliosi di pubblica considerazione almeno nel loro villaggio), sanno bene che non è per loro conveniente investire del denaro su pubblicazioni di denso concetto e di non facilissima lettura, a meno che l’autore non sia tanto famoso da trovarsi tra quelli (pochissimi) di cui la gente acquista i libri per poi riporli in libreria senza osare leggerli. E, anche in questo caso, le vendite preventivabili sono sempre molto modeste, mentre fanno gola, per la previsione di buoni profitti, i più diversi “prodotti intellettuali” di personaggi innalzati alla fama dal sistema dei media (soprattutto la televisione) o da esperienze di vita e di mestiere che ne abbiano fatto delle “celebrità” (dai calciatori ai cuochi, passando per i“politici” di grido dediti a gridare al vento il loro verbo, nonché per gli “imprenditori” e i divi della canzone o della moda). Questi ultimi possono anche essere semianalfabeti, e conseguentemente essere del tutto inadatti alla scrittura e forse anche al pensare. Ma non importa, perché ci sarà sempre qualcuno, nelle redazioni editoriali a scrivere (e talvolta a pensare) per loro. Ci sono, poi, quelli che sanno scrivere o almeno dovrebbero saperlo fare per mestiere, cioè i giornalisti, naturalmente quelli che sono detti “opinionisti”. Quelli, per dirla in altri termini, che devono il loro credito intellettuale (a volte civile, a volte, politico) ad una visibilità ricorrente e petulante , e soprattutto ai reciproci incensamenti ai quali sono sistematicamente dediti, siano tra loro in accordo o in disaccordo, nei dibattiti televisivi, e nei blog, nei social e ovunque ci sia qualcosa che, per l’insindacabile parere dei loro rispettivi padronati, sia degno di immediato e sofisticato commento (meglio dire, di astuta manipolazione). Ora, non c’è che da dover prendere atto del fatto che - data l’attuale dinamica della cosiddetta “produzione culturale” che punta non sui contenuti ma sui “personaggi”- l’odierna editoria italiana, spesso diretta da una miriade di editor tanto superficiali e improvvisati quanto arrogantissimi nella loro supposta dedizione al “mercato”, stanno infestando le librerie con una messe crescente di pubblicazioni che direi radicalmente “superflue” (quasi sempre di un’assai indecorosa banalità, in misura inversamente proporzionale al vantato “valore” mediatico del nome dell’autore stampato in grande sulle copertine), pubblicazioni che sempre più vanno rendendo inutile la fatica di scrivere dei libri di denso spessore critico e di intensa fatica intellettuale, tanto da convincere in anticipo che sia anche inutile o temerario sperare che poi qualcuno sia disponibile all’esborso del comprarli e alla fatica di leggerli. Si tratta di questioni di cui il mio venerato amico Leonardo Sciascia ebbe profetica ed amara premonizione in tempi diversi da quelli in corso. Ne discutemmo insieme. Sull’onda di quelle riflessioni Egli, come è noto, intitolò la sua ultima raccolta di saggi “A futura memoria (se la memoria ha un futuro)”. Con la sua lucidità illuministica era tentato di aggiungere: “Se il libro serio ha un serio futuro”.



23 giugno · 
"ONESTA', ONESTA'" e FIAMMA TRICOLORE. Che un'Italia esausta per mille veleni di corruzione e mille proteste di folle disorientate non stia andando verso un inedito fascismo?


UN CERTO DI MAIO (candidato addirittura alla guida del governo, in caso di vittoria dei 5Stelle), ha dichiarato di "portare", anche lui con i suoi seguaci, i "valori di Almirante". L'avevo sempre sospettato che quelli lì (a volte senza saperlo) hanno in testa dei "valori" di distinta tradizione fascista.
Post scriptum. Naturalmente, essendo convinto di stare al di là sia della sinistra che della destra, per giusto equilibrio, Lui pimpante grillino, da mestatore alla caccia di riferimenti nobilitanti, potrebbe essere invitato a dichiarare di "portare i valori di Gramsci e Togliatti". Troppo poco e fuorviante (per quanto comprensibile per uno segnato da crassa ignoranza della storia italiana) è limitarsi, come ha fatto, a citare Berlinguer (per giunta senza accorgersi di violarne ed insultarne la memoria , mettendolo sullo stesso piano di un fascista-fucilatore della repubblica di Salo!). Ma Gramsci e Togliatti quello svergognato grillino si guarderebbe bene dal menzionarli. C'è da esserne certissimi. Mi chiedo e chiedo accoratamente: che diavolo di Italia sta diventando questa Italia?

UN INTERVENTO DELL' INTELLIGENZA CRITICA CONTRO GLI IMBROGLI DELLA DEMAGOGIA (PER QUANTO L'INTELLIGENZA CRITICA APPARTENGA ORMAI A POCHISSIMI!)

Senta Grillo. Ho letto le sue chiacchiere sulcosiddetto "ius soli" e sulla legge in discussione. Lei dice che è stata tirata fuori dopo due anni di quarantena per favorire un recupero elettorale a sinistra del Pd. Forse è vero. Non credo che basterà ma forse è vero. Ma - mi dica, Grillo - quella legge (quale che sia stata la molla che ne ha riattivato la discussione parlamentare) è buona o cattiva, è un passo avanti o un errore? Non si nasconda dietro l'Unione Europea, che non ha competenze in materia di cittadinanza. Non faccia il furbo: la legge non riguarda l'immigrazione, ma i nati in Italia da persone che vi risiedono regolarmente.
Lei suggerisce: nella legge in discussione buono e cattivo si equivalgono, perciò i 5 stelle alla Camera si sono astenuti. E aggiunge che si asterranno anche al Senato. Non faccia il furbo, Grillo. Lei sa benissimo, come tutte le persone che hanno un minimo di informazione, che l'astensione al Senato equivale a un voto negativo. C'è anche lì il modo per non votare né sì né no, se si vuole: ci si assenta al momento del voto e si abbassa il quorum. Lo capisce chiunque lo voglia capire, anche lei, Grillo, se vuole.
Il fatto che queste sue contorsioni, questi suoi piccoli imbrogli siano contemporanei a certe prese di posizioni sue e del sindaco Raggi su campi Rom e immigrazione, alimenta però il dubbio che, quando lei prospetta un governo a 5 stelle appoggiato da chi ci sta, quelli "che ci stanno" siano i leghisti ed altri xenofobi della destra identitaria. Lei sa perfettamente che non pochi dei suoi elettori si riconoscono tuttora nei valori egualitari e umanitari della sinistra, benché siano profondamente nauseati delle politiche e degli opportunismi del ceto politico di sinistra. Se però pensa di metterli nel sacco con questi giochini dialettici da quattro soldi si inganna.
Questa sua tattica agevolerà forse un lieve recupero del "partito pigliatutto" (il partito di Marchionne e dei banchieri che guarda a sinistra come un tempo la Dc), ma non le conserverà i voti di "sinistra". I voti si perdono come si guadagnano. E, se quegli elettori non vorranno scegliere la corda a cui essere impiccati e non troveranno a sinistra nuove proposte che ritengano credibili, hanno sempre (come i senatori del suo movimento) la possibilità di non partecipare al voto. Lo sanno e non fanno finta di non saperlo.
Si regoli di conseguenza, Grillo.

NON E' SOLTANTO, la mia, l'adesione ad un appello del Sindacato di cui sono antico militante; è, più concretamente, la condivisione, da parte di un cittadino indignato, di un impegno di lotta contro un'operazione di malgoverno che si fonda sull'attribuzione agli italiani di un grado elevato, oltre che di disattenzione, di stupidità. Spero che la manifestazione di Roma (alla quale non mi riuscirà di partecipare) segni la sveglia di una larga opposizione di massa ai processi in corso che stanno determinando una VERA E PROPRIA SCHIAVIZZAZIONE DEL LAVORO E DEI LAVORATORI! http://www.schiaffoallademocrazia.it/


SCOMMETTIAMO CHE SALVINI E GRILLO SI METTONO D'ACCORDO? Non sarebbe una gran novità: Dati i precedenti della sua alleanza in Europa con il fascista Farage, Grillo a compagnie del genere è già abituato. Mi rimane l'amara soddisfazione di poter constatare che sulla natura del movimento grillino avevo visto giusto fin dall'inizio. La storia serve sempre a capire..


DOPO IL VOTO PALERMITANO. QUEL CHE LA SINISTRA HA SUBITO DA RIVENDICARE
Mi sembra che sia bene far sapere e sottolineare che il bel voto espresso a Palermo - il voto che ha battuto una non troppo occulta manovra reazionaria a favore della tradizionale borghesia mafiosa e dei suoi affari - è in larga parte interpretabile come un trascinamento della vittoria del NO al referendum. Ne è certamente titolare autentica, avanti tutti, la forza popolare riunitasi in SINISTRA COMUNE. Questo, credo, ha da rivendicarsi e da farsi valere anche per la formazione della nuova Giunta di governo della città. Ne prenda nota il Sindaco. Altrimenti SINISTRA COMUNE avrebbe da temere di aver combattuto nient'altro che una classica "guerra di Pirro" (la guerra che, paradossalmente, si perde vincendo!).


UN RESPIRO DI SOLLIEVO PER PALERMO. Davvero, adesso,da "capitale della mafia" a "Capitale italiana della cultura". E con il suo vanto di detenere un primato come "città dell'accoglienza", sul tracciato di una lunghissima tradizione storica.


E' DAVVERO BEN PIU' CHE INQUIETANTE! CON SALVINI E SOCI (ma un certo fiume carsico di popolo grillino invelenito e rabbioso non sta certo soltanto a...guardare! ) IL RISORGERE DELL'EVERSIONE DELLA DESTRA POPULISTA. Ecco: quel che vado da tempo rilevando sulla rinascita del fascismo in Italia ha qui un documento indiscutibile.I peggiori arnesi della reazione (così come era accaduto negli anni Venti del secolo scorso) cavalcano la protesta popolare. E' in corso un processo di radicalizzazione delle masse disorientate e senza speranza. Se non risorge una coscienza civile guidata da quelle forze che dovrebbero aver ereditato la cultura e le lotte della Sinistra il Paese va verso una crisi della civiltà democratica dalle imprevedibili conseguenze: conseguenze comunque disastrose il cui prezzo, in termini di libertà e di autentico progresso civile, sarà pagato (così come già tragicamente accaduto in Italia) proprio da quanti per adesso vengono strumentalizzati dall'eversione dei ceti medi e delle classi dirigenti..
p.s. Direi che il messaggio del filmato è il seguente: ONESTA' ONESTA'... IN GALERA, IN GALERA! E POI IL POTERE AI CARABINIERI!

FRETTA DI VOTARE? MA PER CARITA', CHE FRETTA C'E'? C'E' TEMPO, C'E' TEMPO!
Posto scriptum. A DISTANZA DI
QUALCHE GIORNO; COME VOLEVASI DIMOSTRARE!
Per una non insolita ipocrisia le forze politiche(?) presenti in Parlamento sembrano tutte invocare il voto anticipato, quale misura imposta da un contingente, ineludibile "politicamente corretto". Ma, in realtà, pochissimi le elezioni anticipate le vogliono davvero.E Mattarella, con impeccabili argomenti costituzionalistici, farà il possibile per scongiurarle. Infatti, non le vogliono quelli che devono ancora maturare la "pensione", ovviamente. Ma non è questa la riserva più rilevante. Sembra più sensato ritenere che nessuno dei "partiti", sia di governo che di opposizione, se la senta di assumersi la compromettente responsabilità di dover affrontare a fine anno il varo di una nuova Legge finanziaria che costerà LACRIME E SANGUE al nostro Paese.Meglio, molto meglio, lasciare la patata bollente nelle mani di un povero cireneo, il mite conte Gentiloni il quale, in sella ad un governo ancora in carica, non potrà sottrarsi al compito di imporre quelle misure durissime e impopolari o almeno di tentarci. Si imporrà, come è ben prevedibile, l'ubbidienza costretta al diktat dell'Europa e il mite conte sarà pronto per essere il nuovo capro espiatorio nazionale.
Allora, insorgeranno i grillini a dire che se ci fossero loro a governare, al posto di quelle lacrime e di quel sangue, le masse godrebbero subito del reddito di cittadinanza e di altre meraviglie. E Renzi, decretando la crisi di governo e la fine della legislatura, li incalzerà giurando che se ci fosse lui al governo la Merkel e Macron perlomeno gli si inginocchierebbero davanti pregandolo di continuare nella sua azione per far cambiare orientamento politico all'Europa. E Berlusconi si farà impiantare una nuova capigliatura per risorgere giovanilisticamente in tanto trambusto come l'unico, possibile "salvatore della patria". E, così, in un marasma del genere, e puranco tra urla e starnazzi di Salvini e della Meloni,andremo finalmente alle urne, peraltro senza sapere se e da chi saremo governati.

PLATEALE SUICIDIO DELLA POLITICA. L'intero ceto politico italiano - direi proprio tutto, compreso quello che tenta di emergere dall'intrigante e vacuo Movimento grillino - sulla questione della legge elettorale si sta letteralmente suicidando. Per meschine manovre di palazzo e di fazione, funzionali ai rispettivi calcoli elettoralistici, i cosiddetti "partiti" del nostro parlamento stanno consapevolmente condannando il Paese all'ingovernabilità, così - com'è ovvio - annientando anticipatamente le loro stesse pretese di...governare. Direi che, di fatto, sono artefici di una specie di "suicidio parlamentare" della politica, anche se ciascuno non ha in mente altro che la speranza di conservarsi la poltrona nella prossima legislatura. Sbagliano, però, sbagliano stupidamente, perché su quelle poltrone, ammesso e non concesso che si salvino, siederanno soltanto dei cadaveri mal mummificati.

SUL CASO RIINA sollevato dalla recente sentenza della Cassazione continuo a pensarla come l'immenso Georg W. Hegel: il diritto del criminale a quel tanto di "umanitarismo" che gli va comunque garantito in quanto e perché nonostante tutto egli è e rimane sempre un essere umano E' IL SUO DIRITTO AD ESSERE PUNITO FINO IN FONDO IN BASE ALLA LEGGE. Soltanto così - punendolo con la maggiore severità consigliata dal suo caso - lo si tratta davvero come un uomo e non come un deficiente (irresponsabile) ovvero come un animale. Per questo potrebbe ben dirsi che "la pena è taglione".


CULTURA DI MASSA ,PRODUZIONE CULTURALE ED EDITORIA
Chiunque si trovi nella rara condizione di riuscire a vedere il presente con l'occhio della storia si accorge dell'incalzare di una specie di "massificazione della cultura" (conseguente ad Internet) che ha il suo lato positivo in un grande slancio divulgativo delle conoscenze ma anche quello assai negativo, già denunziato da Umberto Eco, che consiste nella tendenza sempre più diffusa ("democratica"?) degli ignoranti e degli sciocchi a ritenersi depositari di verità, e titolari di "poteri", inattaccabili. Personalmente, con grande amarezza, rilevo un siffatto degrado nelle stesse agenzie ufficiali o ufficiose della cultura e del cosiddetto lavoro culturale. Non solo nella Scuola, ma, ancor più preoccupantemente, nel mondo dell'editoria: un "mondo", codesto, ormai nelle mani di alcuni ragazzotti tanto vanitosi quanto arrogantissimi ( senza timore persino nei confronti di anziani studiosi) impegnati ad applicare il loro verbo del "mercato" a quella che chiamano disinvoltamente "produzione culturale", esattamente alla stregua di telefonini e merendine.

PASSAGGIO ALLA POLITICA
Anche Nino DI MATTEO, il magistrato impegnato nel processo alla mafia per la nota "trattativa" con lo Stato. Anche lui!


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